IN RICORDO DI PIERO COMANDUCCI DA PARTE DI UN AMICO

03-08-2015 10:44 -

Ho conosciuto Piero in un freddo pomeriggio del 1981. Era venuto a tenere a battesimo con i suoi filmati la scuderia della mia città: avevo vent´anni.
Sono passati da allora quasi 35 anni e adesso mi rendo conto che una parte di me è andata via con lui.Mi passano per la mente come in un film, tutte le immagini di quello che abbiamo fatto insieme, le ore passate al telefono, le notti insonni al Continentale, le estati all´isola d´Elba.
Piero amava i rally, amava la sua Arezzo amava l´arte e la vita, tutto ciò che era luce colore e musica. Viveva in simbiosi con la " protesi" , come la chiamava lui, la sua fida videocamera, pronto ad immortalare qualsiasi immagine degna di nota.
La sua bravura , universalmente riconosciutagli, era data da una sensibilità e spirito di osservazione non comuni , ma soprattutto dall´amore che riversava in ogni sua opera. Piero è un artista e si dice che gli artisti non muoiano mai perché lasciando ai posteri le loro opere si rendono immortali. Sarà anche così, ma io sto malissimo lo stesso.
Ho avuto il privilegio di esserti amico di seguire tante gare insieme in Italia e nel mondo, giorni e notti solo tu ed io; ne avrei di storie da raccontare, ma ne sono troppo geloso e preferisco che rimangano fra noi.
L´ultima uscita insieme è stata a Molveno il 2 Maggio scorso per ricordare Attilio Bettega a 30 anni dalla sua morte in Corsica. Piero stava già male, ma ha voluto essere presente ugualmente in onore di Attilio e per una promessa fatta ad Alessandro, suo figlio, due anni prima. Ha realizzato per l´occasione un filmato da pelle d´oca, che ha fatto piangere di commozione l´intero palazzetto dello sport stracolmo come non mai, con una standing ovation finale che lo ha fatto alzare più volte dalla sedia a raccogliere i suoi ultimi meritatissimi applausi.

Ciao Piero, ti voglio bene e davanti a te, come Ari Vatanen, giù il cappello!
Marco


Fonte: marco barni